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Andrea Pisano.

Scultore e architetto italiano. Specializzatosi inizialmente in oreficeria, realizzò successivamente la porta Sud del battistero di Firenze, tra il 1330 e il 1336. Dopo la morte di Giotto, avvenuta nel 1337, A. venne nominato capomastro alla fabbrica del duomo e apportò alcuni cambiamenti al progetto di Arnolfo di Cambio: a lui si devono infatti l'ampliamento della navata e lo sviluppo in altezza della chiesa. Continuò anche il campanile di Giotto, senza che però venisse ultimato: A. infatti venne sostituito da Talenti nel 1343, dopo essere caduto in disgrazia in seguito alle vicende avverse legate al duca di Atene. Nel frattempo eseguì alcuni lavori di ampliamento della piazza di fronte a Palazzo Vecchio e si occupò della fortificazione delle mura della città. Si recò quindi a Pisa, dove aprì un bottega dalla quale uscirono pregiate opere lignee e in pietra (ad esempio l'Annunciata, ora al Museo Nazionale di Pisa). Trasferitosi poi a Orvieto, fu nominato capomastro della fabbrica del duomo e mantenne questa carica fino al 1349. Gli successe il figlio Nino, che ripudiò le regole legate all'equilibrio classico e superò l'eredità giottesca, per elaborare e approfondire invece gli elementi gotici, ma controbilanciandoli con altri fattori che avevano caratterizzato l'opera paterna. Il suo stile si ritrova soprattutto nelle formelle della porta del battistero, nelle quali è evidente l'influsso dell'insegnamento di Giotto, presente e manifesto particolarmente nella ricerca spaziale, oltre che quello della scuola francese. Queste formelle nacquero certamente sulla scia dell'influsso delle storie del Battista della Cappella Peruzzi, ma fondamentale fu senza dubbio l'incontro con l'opera di Giotto: tale influenza si può infatti riscontrare nel fatto che, ad esempio, A. cerchi di racchiudere le figure in determinate strutture architettoniche, che richiamano la cosiddetta "scatola" di Giotto. Oppure l'impiego di figure o architetture dorate che si staccano dal fondo, solitamente di colore bruno, sembra voler ricreare il cielo azzurro di Giotto, che rappresenta il piano limite su cui si stagliano le figure, in una sorta di tridimensionalità. Tra le opere di scultura, vanno invece ricordati i lavori che A. svolse per la decorazione del campanile: 21 scene racchiuse in strutture esagonali illustrano la storia delle attività umane, presiedute dai Pianeti, dalle Virtù, dalle Arti liberali e dai Sacramenti. Quattro di queste formelle sono da attribuire sicuramente ad altri artisti (Il Medico, Il Fabbricato, Il Legislatore, L'Astronomia), mentre le altre sono senza dubbio di A., anche se affiancato da aiuti e collaboratori. A. lavorò dal 1335 al 1343 a queste formelle e tale fatto può spiegare certe differenze di stile. In alcune storie poi (Creazione di Adamo ed Eva) è addirittura plausibile l'intervento diretto di Giotto. È chiaramente riscontrabile comunque un'evoluzione dell'artista, che raggiunge uno stile più sintetico, caratterizzato da un panneggio semplificato e da una predilezione per le masse ampliate. La struttura esagonale viene a far parte della rappresentazione stessa, come nel Fabbro, dove i due lati dell'esagono vengono a rappresentare gli spioventi del tetto in cui la scena è ambientata. A volte poi le figure tendono a uscire dalla cornice e la ricerca della robustezza plastica diventa senza dubbio maggiore: ne sono esempio le figure della Creazione di Abramo e delle Arti meccaniche. A. tese inoltre ad una rappresentazione di tipo naturalistico, come nell'Aratura, dove è rappresentato bene lo sforzo dei buoi nel trascinare il carro e a cui corrisponde il gesto naturale del protendersi in avanti da parte del contadino. Sempre a questo periodo risalgono i rilievi La navigazione e Il Carro di Tespi, mentre contemporanei alla porta del battistero sono le statuette di un Cristo e di una Santa Reparata (Pontedera, Pisa 1290 - Orvieto 1349 circa).